La bicicletta ha un ruolo importante, è una lente di ingrandimento che rivela cosa manca a una città o a un territorio, ma mette anche in risalto il bello e il buono degli stessi luoghi. La bicicletta è un’ecosistema di contaminazioni che vanno dall’enogastronomia all’arte, dalla natura allo sport, dal benessere all’economia. Silvia Livoni parte da una riflessione sulla mobilità sostenibile per raccontare il format Bike Hub, nato per la creazione di destinazioni dedicate al cicloturismo.
La bicicletta è una lente di ingrandimento e genera un ecosistema fatto di contaminazioni
Da tempo è in atto un cambiamento che coinvolge tutti i settori merceologici. Nel mondo del travel ci si è da tempo familiarizzati con il paradigma dell’umanesimo ecologico, in grado di “educare” e dettare nuove regole anche in uno scenario economico e sociale complesso ed esigente.
I principi della sostenibilità si riferiscono ad aspetti ambientali, economici e socio-culturali. Tutte queste dimensioni trovano posto nel turismo responsabile, capace di promuovere l’integrazione sociale, proteggere il patrimonio naturale e culturale e conservare la biodiversità. La bicicletta è un simbolo di quei comportamenti virtuosi che possono portare al risultato di zero emissioni, così come è stato indicato nella lettera sottoscritta da 350 organizzazioni internazionali e indirizzata alla COP26 di Glasgow, in cui si afferma: «Worldwide, transportation is responsible for 24% of direct CO₂ emissions from fuel combustion» [«In tutto il mondo, i trasporti globali sono responsabili del 24% dell’emissione diretta di CO₂ dovuta alla combustione di carburante»].
Dalla mobilità sostenibile al cicloturismo
Il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, nel turismo, deve essere promosso dalle pubbliche amministrazioni. Queste devono rendere sostenibili i territori grazie a infrastrutture, intermodalità e servizi dedicati a quanti utilizzano la bicicletta per spostarsi quotidianamente o in vacanza. Congiuntamente e parallelamente, le strutture ricettive e tutta la filiera dell’ospitalità – che include anche cantine, ristoranti, proposte esperienziali – possono evidenziare la loro propensione e attenzione verso una ricettività più green. In questo modo, saranno premiati dal turismo già attento a questi temi e stimoleranno quanti ancora non ne sono sensibili.
Con il Covid19, la richiesta da parte del pubblico di una vacanza outdoor è aumentata in maniera interessante, considerando che nel 2019 il cicloturismo incideva solo per il 6,1 % sul turismo totale. Durante l’estate 2020, 27 milioni di italiani sono andati in vacanza. Il 96% ha scelto di restare in Italia e il 21% ha inserito la bicicletta nelle ragioni del viaggio. Il trend ha segnato ancora una crescita positiva nel 2021, senza tralasciare, in questo dato, anche il peso della scarsa incidenza del turismo straniero nel periodo considerato.
Chi fa un’esperienza o una vacanza in bicicletta vive in maniera profonda il territorio, godendolo appieno a un ritmo più lento. Nasce allora, in maniera spontanea, l’attenzione al contesto naturale e la propensione verso una vacanza con un impatto ambientale sostenibile. Ciò porta a scegliere secondo questi criteri sia la destinazione, intesa come territorio, che la struttura ricettiva.
Il format Bike Hub
Dal 2015, il format Bike Hub affianca le pubbliche amministrazioni e le imprese locali, creando destinazioni cicloturistiche che tengano conto della valorizzazione identitaria del territorio, attraverso una specifica formazione e la preparazione di tutte le attività della filiera.
Promuovendo la realizzazione di un sistema integrato diffuso di competenze e servizi, volto alla valorizzazione di percorsi e iniziative dedicati a cicloturismo e turismo slow, si genera una presenza e una visibilità sul mercato coordinata e strategica. Preparare un territorio a divenire una meta cicloturistica permette, grazie alla formazione di un nuovo ecosistema locale, la creazione di nuovi posti di lavoro. Genera, così, ricadute positive sulle comunità, che verranno sollecitate a una co-progettazione culturale volta alla promozione del territorio stesso.
Da un turismo di destinazione a un turismo di motivazione
La scelta di una destinazione non dipende più solo dalla meta in sé. Dipende anche da ciò che essa promette e da come riesce ad accogliere ed emozionare i target di riferimento. Pertanto il cicloturismo, se affrontato seriamente e professionalmente, è un’opportunità concreta per una destinazione, in quanto capace di diversificare e rigenerare l’offerta turistica.
I benefici sono molteplici. Infatti, il cicloturismo è in grado di creare un indotto economico sui territori in maniera orizzontale. Coinvolge e valorizza le più diverse attività economiche locali. Genera opportunità di attrazione per molti mesi all’anno. Prolunga i soggiorni e favorisce la staycation1. La bicicletta è il mezzo ottimale per valorizzare i piccoli borghi e le destinazioni minori. E per promuovere comportamenti virtuosi e sostenibili, intercettando anche un pubblico propenso a spendere.
Diventare una meta cicloturistica consapevole
Sono tantissimi i territori che, in maniera disomogenea, random e non controllata, ospitano cicloturisti senza tenerne traccia, intercettandoli quasi inconsapevolmente. Il format Bike Hub prepara una destinazione coinvolgendo pubblico e privato. Attua una collaborazione mirata ad attrarre, gestire e monitorare i flussi turistici in modo organico, coordinato e, per questo, di successo. Gli stakeholder coinvolti, ognuno in base alle proprie competenze, ruoli e specificità, diventeranno parte di un network virtuoso che coinvolgerà la pubblica amministrazione – per quanto riguarda il disegno di insieme -, le strutture ricettive, dagli hotel ad agriturismi, b&b, ristoranti, bar, aziende agricole, cantine, musei, e le attrazioni turistiche. Ma anche i service tecnici, come noleggio, manutenzione e assistenza per le bici, le guide bike/turistiche. Inoltre, tutti coloro che sono fornitori di esperienze, sia “bike”, sia “not only bike”.
A distinguere una destinazione dall’altra non sono solamente i percorsi e gli itinerari, che regalano scenari diversi, i piatti tipici della regione o l’architettura dei monumenti. Sempre più il viaggiatore – e il cicloturista o colui che viaggia “lentamente” in modo particolare – desidera addentrarsi in un borgo, una campagna o una collina in profondità, con curiosità e autenticità. A tal riguardo, nel format Bike Hub, ma anche in altre best practice, il ruolo della comunità locale diviene quello del protagonista, trasformandosi in ambasciatore ideale del luogo.
Silvia Livoni
Marketing and public relations consultant
Special project manager for interior design, hospitality, tourism
1. Staycation è una parola macedonia formata da stay e vacation nata negli Stati Uniti nei primi anni 2000, circa un paio di decenni dopo la comparsa del termine scherzoso daycation, ovvero una gita fuori porta. In origine staycation indicava le ferie passate a casa, scoprendo – o riscoprendo – le attrazioni turistiche locali [da Zanichelli Dizionaripiù, https://dizionaripiu.zanichelli.it/cultura-e-attualita/wordwatch/staycation/ (2019)].