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La seconda tappa del format On Air 2023 di Territori e Italianità, i nostri dialoghi on line a carattere regionale e cadenza mensile destinati all’ospitalità nelle aree interne, dopo il primo evento dedicato alle Marche, si è fisicamente spostata in Puglia. Siamo andati nel comune di Bovino (FG), che ha ospitato una parte dei relatori intervenuti, questa volta, dal vivo.
Monti Dauni – Puglia, seconda tappa di “Territori e Italianità: la Cultura dell’Ospitalità nelle Aree interne”
Un’accoglienza davvero toccante, quella vissuta in questa parte della Puglia dove le relazioni sono ancora importanti. Dove, prima di pensare al turismo, occorre lavorare partendo dalle persone che vogliono il bene del proprio paese e chiedono strumenti, metodologie, una formazione funzionale affinché l’ospitalità non sia lasciata al libero istinto individuale. Dove Sindaco e Assessori ci credono.
Il nostro approccio metodologico per creare una destinazione si basa sull’individuazione di figure locali che noi, di Territori e Italianità, abbiamo definito Coordinatori Turistici Territoriali™ (CTT™). Lo è, ad esempio, Agostino Arpino, un professionista “trapiantato” sui pendii dei Monti Dauni dalla piana barese per immergersi nella vita delle comunità locali, in questo “pezzo” di Puglia dove dieci comuni hanno scelto di unirsi, capendo che la cooperazione è la via maestra per produrre impatti concreti e destinati a durare nel tempo.
Ricchezza culturale, identità e tradizioni locali sono il patrimonio immateriale da organizzare per renderlo fruibile
Realtà territoriali disarticolate e degradate, comunità locali poco coese e conflittuali, non potranno più immaginarsi attraenti (prima) e attrattive (poi) nel prossimo futuro. Faranno la differenza le comunità che intendono preservare la ricchezza culturale, l’identità e le tradizioni locali. Si tratta esattamente di quel patrimonio immateriale che vede, ad esempio, una crescita di interesse nei turisti alla ricerca delle proprie origini (come ben dichiara Letizia Sinisi, esperta del settore e ospite fissa dei nostri incontri regionali).
Occorre lavorare a partire dalle aree interne per diffondere una cultura dell’ospitalità che persegua, innanzitutto, il miglioramento della qualità della vita dei residenti, se vogliamo ridurre lo spopolamento e veder tornare ad aumentare la popolazione. La coesione (nel senso del cucire legami di comunità), il senso d’appartenenza e il lavoro (sostenuto da mirati interventi formativi, direttamente sul campo e non in “aula”) sono i presupposti che motivano a ripristinare anche i servizi essenziali – sanità, istruzione, mobilità – connotando comunità pronte ad accogliere i turisti, perché in quei luoghi si vive bene. E, in aggiunta, anche investire nella ristrutturazione di immobili (interessante, in questo senso, il progetto Case a 1 Euro di Maurizio Berti, nostro partner durante le Conversazioni).
Le aree interne come questione nazionale
Così, anche nei Monti Dauni, abbiamo colto l’opportunità di spiegare agli amministratori incontrati che, prima di pensare alla promozione, occorre avere creato le condizioni culturali, i servizi e le proposte alle quali dare visibilità. In altre parole, è necessario creare i “prodotti”, cioè il modo in cui le risorse del territorio sono combinate tra loro in una maniera economicamente attraente. Abbiamo anche ricordato che le persone sono la destinazione, in quanto meno imitabili e più distintive rispetto a un panorama mozzafiato o una specialità tipica. Caratteristiche, queste, che tanti paesi delle aree interne sono in grado di offrire.
Pertanto le aree interne devono essere oggi considerate una “questione nazionale”. La perdita del capitale sociale, la dispersione del “saper fare”, il basso grado di accessibilità ai beni di base, senza citare l’instabilità idrogeologica, chiedono una risposta da parte di amministratori (anche regionali), operatori economici e comunità locali. Solo sviluppando forme di cooperazione territoriale è possibile cambiare lo stato delle cose. Per riuscirci, occorre un approccio molto operativo che caratterizza proprio il ruolo del Coordinatore Turistico Territoriale™.
Territori e Italianità On Air si propone come strumento di facilitazione per la creazione di questi momenti d’incontro e conoscenza, condivisione di informazioni e competenze, attivazione dell’operatività, applicando forme di affiancamento attivo e passivo, tipiche del temporary management, grazie alla community di professionisti che la compongono.
Perché Territori e Italianità è l’energia del fare per pensare.
Andrea Succi
Founder di Territori e Italianità e del format GMT™