Dell’evento online del 2021, da cui è nato Territori e Italianità, e della sua seconda edizione, svoltasi il 23 giugno 2021 in una innovativa modalità phygital, trovate ampie notizie (speaker, programma, interviste) nelle pagine dedicate su questo sito, compresa la possibilità di rivivere entrambi gli eventi attraverso la registrazione integrale di tutti i panel
che si sono succeduti. Valeria Cescato, membro del team che ha curato l’organizzazione dell’evento 2021, piuttosto che raccontarcene i dettagli, ci accompagna in una riflessione sulla forma assunta dello stesso, sulle sue caratteristiche principali e le potenzialità di sviluppo futuro. Un phygital think tank, con la presenza “fisica” di alcuni degli speaker, oltreché dei due conduttori, all’interno dello studio televisivo. Protagonisti in presenza che si sono poi piacevolmente intrattenuti ben oltre il tempo dei loro interventi, avviando relazioni quasi “fraterne” e di curiosa complicità fra di loro.
I motivi del successo dell’evento del 23 giugno 2021
La maratona video che si è svolta mercoledì 23 giugno 2021 ha concretizzato appieno tutti i valori che Territori e Italianità rappresenta e ha manifestato già al suo esordio, ormai un anno fa, e che escono sicuramente potenziati da questa seconda edizione.
Il progetto multimediale e multidisciplinare ha preso vita grazie al lavoro di un team affiatato di consulenti che, nell’anno trascorso tra le due edizioni, hanno conferito struttura a questa realtà multilivello, dimostrando appieno quello che è possibile costruire quando la collaborazione si appoggia su una visione, un metodo e un obiettivo condivisi.
L’evento phygital del 23 giugno 2021
La forma ambiziosa di questo evento rende evidente come la tecnologia, oggi, non possa essere considerata né un surrogato, né un’alternativa, né, soprattutto, un compromesso. Si tratta, piuttosto, di uno strumento in grado di potenziare altamente le possibilità di comunicare e connettersi che gli individui hanno a disposizione.
Una volta si sarebbe chiamato convegno: «Incontro di più persone in luogo e a un tempo precedentemente stabiliti».
La tecnologia digitale, oggi, ha permesso di creare un convegno che può prescindere dalla geolocalizzazione perché ha assunto la forma, “fluida e tridimensionale”, delle interconnessioni tra le persone.
L’incontro tra le idee e i progetti, tra le competenze e le operatività, tra previsioni e analisi dei risultati non avviene più in un luogo fisico, ma in tutti i luoghi contemporaneamente. Senza soluzione di continuità, partendo dagli studi televisivi di Imola, in Emilia-Romagna, sono state raccontate le realtà virtuose e le problematiche pugliesi, per poi spostarsi in Francia, per parlare degli agrumi di Sicilia, e in Svizzera, per scoprire cosa stavano studiando due docenti universitari in Danimarca, mentre, poco dopo, avveniva un magico incontro faccia a faccia tra Piemonte e Sardegna. E quello appena raccontato è solo un breve esempio della molteplicità di interventi a cui abbiamo assistito il 23 giugno.
Ecco, quindi, che la “forma digitale” e la tecnologia non ci appaiono più come un mondo “altro da noi”, ma vengono utilizzate e sfruttate al massimo del loro potenziale per formare una rete di connessioni, esattamente come nella vision di Territori e Italianità.
E se queste sono le premesse della seconda edizione, viene da chiedersi quale “forma” assumerà l’evento del prossimo anno con l’entrata in gioco della realtà aumentata!
La sostenibilità
Dopo anni di costose kermesse, durante le quali partecipanti e relatori erano costretti a sostenere spese notevolissime (vitto, alloggio e trasferimenti come minimo, tutte spese solitamente a carico delle loro aziende), oggi è possibile creare eventi con un numero altissimo di partecipanti abbassando drasticamente i costi vivi che devono essere sostenuti per avere l’opportunità di formarsi, informarsi e instaurare una rete di rapporti.
É altresì vero che tutto questo crea un vuoto economico in tutti i servizi che a quegli eventi erano collegati. Dato il lavoro che facciamo, non possiamo sottovalutare l’impatto che queste trasformazioni hanno sul territorio. Tuttavia, questo non può essere un deterrente: i cambiamenti devono trasformarsi in opportunità. I progressi della tecnica hanno accompagnato la vita dell’uomo fin da quando ha imparato a controllare il fuoco. Sono millenni che ci adattiamo a una evoluzione della vita di cui noi stessi siamo motore attivo. Questo significa che i luoghi, che prima vivevano grazie alle loro “sale riunioni”, hanno ora la necessità di reinventarsi.
Nel reinventarsi, questi spazi possono cogliere l’opportunità di orientare le loro scelte alla sostenibilità, sia ambientale ed ecologica, sia economica e sociale. Un’opportunità che in moltissimi, fortunatamente, hanno saputo cogliere durante (e nonostante) queste ormai molte stagioni caratterizzate dalle restrizioni imposte a causa della pandemia. E, come abbiamo imparato proprio ascoltando gli interventi proposti durante il think tank phygital del 23 giugno, la governance pubblica ha il dovere, il potere e la responsabilità di agevolare queste riconversioni.
La connessione agevola le connessioni
Ripensando alle convention e alle manifestazioni come le abbiamo sempre conosciute, la dinamica messa in moto dalla presenza fisica dei relatori era più o meno sempre la medesima. Arrivo con auto privata alla location del convegno con un anticipo minimo rispetto all’orario dell’intervento, a volte direttamente dall’aeroporto, attraversamento dei bui percorsi del backstage per arrivare al palco e tenere lo speech. Per terminare, una partenza che inverte il percorso dell’andata.
Il 23 giugno 2021, invece, è accaduto altro. Gli speaker dei singoli panel si sono incontrati in meeting room virtuali, simili a sale d’attesa all’interno delle quali hanno potuto conoscersi, confrontarsi e ascoltarsi, in quella atmosfera informale che è rappresentata dalla finestra video dei nostri device, alla quale ci siamo ormai abituati trasformandola in una delle nostre confort zone. Ed ecco che, in quei “salotti” virtuali, si sono intessute relazioni con maggior facilità di come poteva avvenire un tempo, durante i grandi eventi che, pur essendo “in presenza”, non agevolavano quella “vicinanza” quasi intima che si genera nelle riunioni “on line”.
Oggi, a distanza di oltre un mese dall’evento, quelle conoscenze si sono evolute in connessioni durature, in progetti condivisi, in nuove relazioni professionali e nuove amicizie.
Non solo, quindi, i contenuti espressi sono stati di altissimo valore e di aiuto per chi li ha ascoltati in diretta streaming, ma anche tutto il lavoro di preparazione dell’evento e i “dietro le quinte” hanno generato una vera e grande bottega rinascimentale, un luogo d’incontro di discipline e idee che intessono quella rete che rende Territori e Italianità un aggregatore di valore e di valori.
Già da oggi, allora, save the date: 23 giugno 2022, terza edizione di Territori e Italianità!
Valeria Cescato
Consulente per l’ospitalità in natura
Progettazione di esperienze sostenibili